Da Crotone al Bambino Gesù, morta bambina di due anni positiva al Covid
Non ce l’ha fatta Ginevra, la piccola crotonese trasferita d’urgenza al Bambino Gesù di Roma a bordo di un aereo dell’aeronautica militare da Catanzaro.
Articolo pubblicato su “Avvenire“, lunedì 31 gennaio 2022
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/muore-di-covid-a-roma-bimba-calabrese-di-2-anni
Se il caso dell’angelo di Milano ci invita a riflettere sulla natura specifica della professione medica e del suo dispiegarsi nell’attuale contesto socio-politico, il tragico epilogo di Ginevra ci riporta in maniera chiara, alla Convenzione sui diritti dell’infanzia, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176. Al riguardo, l’art. 3 recita:
- In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente.
- Gli Stati parti si impegnano ad assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere, in considerazione dei diritti e dei doveri dei suoi genitori, dei suoi tutori o di altre persone che hanno la sua responsabilità legale, e a tal fine essi adottano tutti i provvedimenti legislativi e amministrativi appropriati.
- Gli Stati parti vigilano affinché il funzionamento delle istituzioni, servizi e istituti che hanno la responsabilità dei fanciulli e che provvedono alla loro protezione sia conforme alle norme stabilite dalle autorità competenti in particolare nell’ambito della sicurezza e della salute e per quanto riguarda il numero e la competenza del loro personale nonché l’esistenza di un adeguato controllo.
Come è possibile notare, tutti i commi dell’art. 3 della suddetta Convenzione, indicano che la salute e la sicurezza sono condizioni trasversali a tutti i bambini, pertanto, debbono essere garantite sull’intero territorio nazionale e non a macchia di leopardo. La vita di un bambino, che ha la fortuna di nascere e crescere in una città dove il sistema pediatrico risulta eccellente, ha lo stesso valore di quella di altrettanti coetanei che vivono in realtà periferiche, dove le strutture sanitarie pediatriche sono spesso precarie, se non addirittura mancanti.
L’associazione si prodigherà con tenacia e resilienza perché questa condizione, nel rispetto delle convenzioni vigenti, sia garantita sull’intero territorio nazionale.