È dura, molto dura, rivivere in maniera identica questa penosa trafila, dipanatasi nello stesso policlinico che nel dicembre 2018 accolse Alessandro per poi dimetterlo con la medesima errata diagnosi di gastroenterite.
È dura, molto dura, rivivere in maniera identica questa penosa trafila, dipanatasi nello stesso policlinico che nel dicembre 2018 accolse Alessandro per poi dimetterlo con la medesima errata diagnosi di gastroenterite.
Se il caso dell’angelo di Milano ci invita a riflettere sulla natura specifica della professione medica e del suo dispiegarsi nell’attuale contesto socio-politico, il tragico epilogo di Ginevra ci riporta in maniera chiara, alla Convenzione sui diritti dell’infanzia, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176.
È innegabile che, oggi più che mai, la sanità sia divenuta una sorta di catena di montaggio dove la fretta e il budget interagiscono in maniera sinergica per far aumentare un’altra parolina magica: la produttività. Il problema è che per il paziente e a maggior ragione per quello pediatrico, il significato di quest’ultima parola riveste un’accezione completamente diversa da quella che il sistema le conferisce.